AIFO Philanthropy Trust
Quali sono i principali ambiti su cui il Trust è attivo e investe?
AIFO Philanthropy Trust nasce come Trust filantropico promosso da AIFO – Associazione Italiana Family Officer che, in continuità storica con il proprio sostegno a progetti filantropici di terzi, lo ha istituito il 26 gennaio 2018. L’atto di Trust è stato redatto dall’avv. Francesca Romana Lupoi dell’omonimo studio associato e l’atto ufficiale di istituzione è stato formalizzato dal notaio Monica De Paoli del Collegio di Milano. Lo scopo è l’erogazione di beni e servizi, a sostegno di persone svantaggiate in ragione di condizioni economiche, sociali o familiari. Particolare riguardo viene rivolto ai soggetti minori e al loro supporto educativo.
L’idea di istituire uno strumento giuridico terzo nasce per consentire a soggetti privati (sia associati AIFO, sia terzi aderenti alla mission del trust) di intervenire nella realizzazione di finalità di solidarietà sociale utilizzando una struttura dedicata, dotata di soggettività civilistica e tributaria, la cui istituzione risulta finalizzata a perseguire obiettivi connessi all’attività formativa ed educativa.
Nei prossimi mesi, lavoreremo per consentire all’istituto di conseguire il riconoscimento e l’iscrizione al registro Unico nazionale del Terzo Settore.
Come mai avete scelto questi ambiti specifici?
AIFO considera l’educazione quale il più importante mezzo per combattere le disuguaglianze sociali, economiche e digitali.
Per questo AIFO Philanthropy Trust Onlus ha deciso di sostenere progetti educativi territoriali,
capaci di accompagnare i giovani verso una consapevole costruzione di una identità personale e professionale, capaci altresì di incidere sullo sviluppo di un territorio e di offrire pari opportunità anche alle famiglie più svantaggiate.
Gli scopi o obiettivi, individuati nell’ambito dell’area educativa sono:
- Il sostentamento a favore di studenti, svantaggiati in ragione delle condizioni fisiche, psichiche, economiche, sociali o famigliari;
- La promozione dell’istruzione e della formazione verso i soggetti minori per il loro supporto educativo.
- Il sostegno a progetti di enti terzi con comprovati risultati e impatti educativi sulle fasce di popolazione maggiormente svantaggiate
- L’erogazione tramite la propria struttura di seminari, corsi, incontri di alfabetizzazione, con focus nella educazione di base e finanziaria.
Esperienza diretta
Quali sono gli elementi principali su cui ponete l’attenzione quando ricevete una richiesta di supporto da parte di un ente?
I progetti, e di conseguenza gli enti proponenti, vengono selezionati mediante la metodologia AIFO Philanthropy Standard ©, che associa un processo di valutazione ex-ante delle informazioni disponibili online a successive due diligence, partendo di un’analisi di dati quali-quantitativi concentrata su 7 aree, con 76 KPI. Questa metodologia consente di produrre un’analisi completa dell’impatto sociale dei progetti in analisi, della qualità operativa e organizzativa degli enti proponenti, indicando la capacità di portare piani di sviluppo realmente sostenibili, misurando il capitale umano, trasparenza, e risultati. I tre piani che vengono maggiormente valutati dalla metodologia di scoring sono la governance, la trasparenza e l’impatto sociale che il progetto intende raggiungere.
Che caratteristiche hanno i progetti che siete felici di premiare?
La nostra attività di analisi si concentra su enti la cui ridotta capacità di esprimere eccellenze dipenda da:
- mancanza dei fondi necessari per scalare il progetto o per investire in capacity building;
- presenza di una contenuta struttura organizzativa, spesso non in grado di attrarre talenti e professionalità necessarie per crescere ma capace di fare rete con altre realtà del Terzo Settore e con visione e competenza manageriale della governance;
- alla ricerca di un network di partner aziendali ed istituzionali;
- le cui figure chiave per l’attività dell’organizzazione non siano coperte esclusivamente da volontari. AIFO crede fortemente nello spirito e nel valore del volontariato ma ritiene anche che per crescere le organizzazioni debbano investire in competenze, assicurandosi che le persone di riferimento rimangano.
Quali sono i progetti che non volete ricevere (in termini di presentazione, elementi del progetto, relazione, ecc)?
Difficile rispondere. In generale accogliamo le candidature spontanee perché ci permettono di entrare a contatto con realtà anche non conosciute. Poiché AIFO Philanthropy Trust ha un focus educativo, sicuramente non accogliamo progetti che non riguardino tale ambito. Tuttavia, l’educazione si intende nella sua accezione più ampia (educazione ambientale, educazione alle soft skill, educazione culturale, ecc..). Educare, dal latino educere, “tirar fuori”, può essere parafrasato in scoprire e valorizzare i talenti nascosti che tutti i ragazzi e le ragazze hanno. Questo è il significato concreto del Goal 4 degli SDG, obiettivi di sviluppo sostenibile, che recita: “Assicurare un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti.”
Raccontaci, se vi è mai capitato, di un progetto o una richiesta che avreste voluto supportare ma non vi è stato possibile: quali caratteristiche aveva?
Ci è capitato di vedere diversi progetti che non fossero “in target” per l’analisi che stavamo svolgendo. Principalmente erano progetti promossi da enti che operano da tempo nel segmento sociale di riferimento e che quindi hanno una conoscenza delle variabili che influenzano il contesto e sono in grado di sviluppare reti per la piena presa in carico. Tuttavia, l’analisi approfondita dei progetti proposti ci ha portato a rilevare che mancava spesso un processo di tracciamento dei dati, che potessero essere misurabili e non qualitativi, e questo influenzava il processo decisionale poiché non forniva elementi informativi utili per definire ed eventualmente correggere priorità ed obiettivi assegnati al progetto, per affinarne la sua impostazione operativa, per comprendere il valore sociale/l’impatto del singolo progetto
Abbiamo poi ricevuto anche qualche progetto pilota, il cui studio di fattibilità non era stato completato o la cui strategia di funzionamento non era ancora chiara e condivisa tra i partner del progetto. Potremmo definirli in “stadio embrionale”. Progetti interessanti, a cui non chiudiamo una porta e che speriamo tornino quando avranno capito come valutare, misurare e comunicare il proprio track record su progetti che sono in corso da anni.
COVID e Futuro
Rapporto con il COVID: come ha cambiato la vostra modalità di erogazione e il vostro mindset? Cosa avete visto di diverso nel rapporto con gli enti e con i progetti?
Noi abbiamo iniziato l’attività erogativa in piena pandemia; non possiamo quindi dire che il fenomeno abbia inciso sulle nostre modalità di erogazione anche perché la concentrazione maggiore di fondi in quel momento è stata indirizzata verso i temi più collegati al supporto emergenziale e alla salute, più che sull’educazione. Quello che abbiamo riscontrato è una maggiore richiesta di informazioni da parte delle persone che donano al Trust, decisamente doverosa ed indice di una volontà dei donatori di essere maggiormente coinvolti; da parte degli enti una nuova consapevolezza che ora è necessario investire sul fundraising in quanto le quantità donate da aziende e fondazioni si stanno riducendo rispetto al periodo pre-pandemia ed è quindi necessario diversificare maggiormente sulle entrate.
Patrizia Misciattelli delle Ripe, presidente di AIFO
AIFO si occupa di diffondere wealth awareness, competenze e metodi per Family Office e per le migliori figure professionali chiamate a gestire, amministrare e proteggere patrimoni familiari rilevanti.