Non Profit Storytelling Days, edizione 2021

Non Profit Storytelling Days, edizione 2021
#fundraising #Granter Goes To #storytelling
Nella tre giorni di formazione del Non Profit Storytelling Days 2021 sono stati trattati tanti argomenti differenti sulle strategie di comunicazione, marketing e storytelling per le organizzazioni non profit. Molti gli esperti che hanno parlato, portando punti di vista differenti e condiviso la loro esperienza.

Granter ai Non Profit Storytelling Days

Il 26, 27 e 28 ottobre abbiamo con piacere partecipato alla 3 giorni di formazione “Non Profit Storytelling day” organizzata dal Festival del Fundraising. In questi tre giorni di incontri completamente online, si sono susseguiti gli interventi di esperti di non profit, comunicazione, storytelling e marketing in un nuovo format 50/50. Ovvero 50% di formazione classica, frontale, e 50% di domande e risposte con gli speaker. Tante sono state le sessioni di formazione e tanti gli spunti di riflessione che ci portiamo a casa.

Search Engine Optimization… o meglio, Search Ecosystem Optimization

Insieme a Giorgio Taverniti, community manager di content.gt, abbiamo ricordato l’importanza di una presenza online organica per le organizzazioni non profit e i principi fondamentali della SEO. Oltre al funzionamento del motore di ricerca di Google, sono state condivise strategie e buone prassi.

  • Non chiamatele contenuti, ma risorse! Ogni singola pagina, ogni parola scritta sul web deve essere creata pensando alle persone, occupandosi in maniera unica e creativa di un bisogno, per questo ogni “contenuto” online deve essere creato e pensato come una “risorsa” utile per gli utenti.
  • Ad ogni risorsa il suo spazio. Risorse differenti devono seguire “leggi” differenti, e non possiamo pensare che un modo di scrivere o presentare un argomento sia efficace e adattabile a tutte le differenti forme dello spazio online. Quindi è essenziale differenziarle, e magari anche creare contenuti multidimensionali.

I social per raccontare il Sociale

Insieme a Riccardo Pirrone, Amministratore di KirWeb, abbiamo analizzato tre aspetti fondamentali della presenza social di un brand, o di un’associazione.

  • L’umanizzazione del brand, che passa attraverso una comunicazione trasparente, empatica e creativa.
  • Porsi sempre le giuste domande! Nella fase di creazione di un post, di una risorsa sui social media, è sempre opportuno riflettere su quelle che sono state definite durante l’evento, prendendo in prestito la teoria di Jerome McCarthy, le 4 P dei social media: Perché una persona dovrebbe condividere questo post? Perché una persona dovrebbe commentare questo post? Perché una persona dovrebbe mettere like a questo post? Perché una persona dovrebbe taggare un suo amico?
  • Spazio a tutte le forme differenti di risorse. Nella creazione di un piano editoriale efficace ci deve essere spazio per tutte le varie tipologie di risorse: instant marketing, leve di emozioni/sentimenti, valori condivisi dal brand, scioglimento di temi ostici, e via dicendo.

I mai più senza nella comunicazione efficace con le aziende

Carl Drexler, esperto internazionale di sviluppo delle organizzazioni non profit, raccolta fondi e partnership strategiche, ha condiviso durante la sua sessione alcune buone pratiche su come comunicare in maniera efficace con le aziende. Il punto di partenza? Ogni progetto è unico e all’unicità del progetto corrisponde una maniera unica di comunicarlo.

  • Conoscere il proprio interlocutore. È essenziale arrivare sempre ben preparati, studiare l’azienda, il suo contesto, i suoi valori e le persone che la compongono.
  • Trovare il giusto interlocutore. Cercare di interagire all’interno dell’azienda con persone che possano direttamente prendere delle decisioni (decision makers) o con persone che possano aiutare a sostenere la nostra idea progettuale (champions).
  • Creare relazioni a lungo termine tramite la trasparenza e il rispetto. Investendo il tempo necessario per consolidare fiducia e reciprocità.
  • Adattare il linguaggio all’interlocutore. Osserviamo la situazione, l’ambiente e le relazioni, mantenere un approccio malleabile, che ci permetta di rispondere con flessibilità e creatività.

Convincere il board dell’importanza del fundraising

Simona Biancu, co-fondatrice di EngagedIN, ha condotto un interessante intervento sulle tecniche di coinvolgimento dei membri del board di un’organizzazione nello sviluppo e nel potenziamento del fundraising della propria organizzazione. Il fundraising può funzionare solo se c’è una connessione diretta con il board, se questo lo vive come un elemento strategico e lo interiorizza. Sono due gli aspetti che bisogna sempre avere presente:

  • Conoscere, ovvero saper fornire tutti gli strumenti necessari per il board per comprendere che un investimento in attività di fundraising equivale a un investimento nelle possibilità dell’organizzazione: il valore del fundraising deve essere vissuto dal board come strumento e non come fine ultimo dell’investimento. In questa conversazione di conoscenza, sia il ruolo del comunicatore (che spetta al fundraiser) sia il ruolo di ascoltatore (che spetta al board) risultano essenziali per un passaggio di informazioni efficace.
  • Agire, ovvero coinvolgere il board nelle attività di fundraising e di promozione del proprio ente. Far diventare i membri del board i primi veri portavoce della sostenibilità dell’organizzazione. Per riuscire ad attivare il board ad agire è necessario trovare una figura interna che possa fare da portavoce, non per forza incarnata nella figura del presidente.

Leve di comunicazione differenti per differenti stakeholder 

Silvia Vernelli, consulente esperta di copywriting strategico, web marketing e facebook Ads, ha condiviso con i partecipanti qualche strategia utile da utilizzare con i propri stakeholder in 5 differenti fasi di consapevolezza del brand, o dell’organizzazione.

  1. Il panorama di chi non conosce né la causa sociale né l’organizzazione. Con loro è necessario cercare di creare in loro un bisogno. Renderli consapevoli dell’esistenza di un problema, stimolando l’esigenza di aiutare a trovare una soluzione. 
  2. Chi conosce la causa, ma non l’organizzazione. Con loro è giusto andare a parlare direttamente in prima persona, per aiutarli nell’auto identificazione come possibile parte del problema
  3. Chi conosce la causa e il panorama delle organizzazioni esistenti. Con loro è utile andare a posizionarsi come unici, con almeno un elemento differenziante, qualcosa di unico e univoco, che polarizzi l’attenzione verso la nostra organizzazione.
  4. Chi conosce la causa e la nostra specifica organizzazione. Con loro è utile non pensare di averli in pugno. Se non sono ancora donatori vuol dire che hanno delle reticenze. Per questo è importante utilizzare una comunicazione il più possibile persuasiva, con trigger psicologici come la riprova sociale, l’urgenza, l’appartenenza e il principio di reciprocità.
  5. Chi è già un donatore o sostenitore dell’organizzazione. Con loro è Importantissimo non farli mai sentire trascurati e farli sentire sempre apprezzati, possibilmente coinvolgendoli nella vita dell’organizzazione tramite testimonianze positive. 

Gli organizzatori dell’evento

  • Festival del fundraising, associazione attiva nella promozione della cultura del fundraising. Organizzatore, oltre al Non Profit Day, di un altro appuntamento annuale: il Festival del Fundraising.