
Perché è importante partire dai dati
I dati non sono solo numeri. Per gli enti del Terzo Settore, soprattutto quando si entra nel mondo della raccolta fondi, sono leve strategiche fondamentali per orientarsi nel contesto della filantropia, costruire relazioni efficaci con potenziali donatori istituzionali e raccontare il proprio impatto sociale. L’accesso a informazioni affidabili – come quelle su bandi, fondazioni o aziende attive nella CSR – consente infatti di prendere decisioni mirate, ottimizzare le risorse e avviare collaborazioni più solide.
In Italia, tuttavia, la frammentazione del dato rende ancora difficile questa attività. La mappatura realizzata da Italia non profit attraverso l’Osservatorio sulla Filantropia e della CSR rivela che 121.000 aziende (su 6 milioni circa) dichiarano attività legate agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs); 36.000 quelle che sono impegnate su tematiche SDGs non strettamente connesse al clima.
Dall’altra parte, sono 360 le fondazioni (di origine bancaria, comunità, di impresa, di famiglia o generiche) che hanno una presenza digitale e che svolgono un’attività erogativa continuativa. I temi al centro del loro supporto sono: 1. No Poverty 2. Quality Education 3. Good Health e Well being.
Numeri che purtroppo non sono complessivi – alcune realtà erogano al non profit, ma non lo dichiarano pubblicamente – ma danno il senso di quanto sia importante partire dalle informazioni giuste.
Due prospettive: il contesto e la strategia
Il primo motivo per cui i dati sono centrali riguarda il contesto. Sapere “dove siamo” e “chi c’è” attorno a noi aiuta a posizionarsi meglio nel panorama del fundraising istituzionale. Il secondo riguarda la costruzione della strategia: chi vogliamo coinvolgere, su quali basi e con quali argomenti? Per rispondere, servono due tipologie di informazioni: quelle interne per raccontare chi siamo e quelle esterne per capire chi può sostenerci.
Senza questa doppia analisi, il rischio è di rivolgersi a potenziali donatori senza un messaggio mirato, perdendo tempo e opportunità.
Come prepararsi: tre step per iniziare
Ecco un esempio di un percorso pratico e semplice per impostare correttamente le attività di coinvolgimento:
- Definire gli obiettivi: ogni organizzazione deve chiarire qual è l’impatto che vuole generare e con quali interlocutori vuole collaborare. È utile chiedersi, ad esempio, quale valore unico offre il proprio progetto e che tipo di azienda o fondazione si vuole coinvolgere.
- Mettere nero su bianco chi siamo: ad esempio creando un Documento di Buona Causa aiuta a raccogliere e condividere internamente le informazioni chiave. Missione, progetti, dati d’impatto, necessità e punti di forza diventano strumenti utili anche per il dialogo con i donatori.
- Creare una lista contatti efficace: meglio partire da realtà vicine – aziende locali, contatti indiretti – per testare il proprio approccio. Poi è possibile ampliare il perimetro usando strumenti di ricerca e segmentazione come Granter, che permette di creare liste di donatori in base a criteri geografici, tematici e di affinità con l’ente.
Granter come strumento per centralizzare le informazioni
Uno dei limiti più evidenti per chi fa fundraising da aziende e fondazioni è la dispersione dei dati. Bilanci, pagine web, PDF, LinkedIn: spesso tutto è scollegato e difficile da gestire.
La sezione Donatori di Granter nasce proprio per rispondere a questo problema.
Il database della piattaforma raccoglie schede dettagliate su oltre 4.000 realtà erogative – fondazioni, aziende, enti pubblici – attive in Italia che abbiamo mappato perché donano o hanno donato in passato al Terzo Settore. Ogni scheda contiene dati economici, attività filantropiche, progetti sostenuti, referenti e contatti LinkedIn, tutto segmentabile e filtrabile per interessi e territorio di intervento.
Il matching tra il profilo dell’ente e i donatori presenti nel database consente di identificare rapidamente le realtà più affini, riducendo i tempi di ricerca e aumentando la probabilità di attivare relazioni efficaci.
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Fare raccolta fondi istituzionale significa coltivare relazioni nel tempo
Il fundraising istituzionale non è solo questione di coinvolgere un donatore e di entrare in contatto per la prima volta, ma di costruire una relazione duratura. Per questo è importante tracciare le interazioni, aggiornare il donatore sull’andamento del progetto e mantenere un dialogo costante nel tempo.
Anche su questo, Granter offre strumenti di tracciamento per monitorare lo stato della relazione e non perdere di vista nessun passaggio, dal primo contatto fino agli aggiornamenti post-finanziamento.
Investire tempo nella raccolta e nell’analisi dei dati non è un lusso per pochi, ma un’attività fondamentale per ogni ente che voglia crescere nel fundraising da aziende e fondazioni. Strumenti come Granter aiutano a trasformare questa complessità in un’opportunità, centralizzando le informazioni e offrendo supporto concreto nel definire obiettivi, strategie e interlocutori.
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